Concessioni di una mente pericolosa
Libera spiaggia in libero Stato.
C’era voluto un visionario con una vocazione al martirio dentro la Regione Toscana per pensare e attuare una simile riforma delle concessioni balneari: spiagge libere con servizi di ristoro che noleggiano ombrelloni e sdraio su richiesta lasciando altrimenti la spiaggia intatta e accessibile a chiunque.
Fino a pochi anni fa le spiagge italiane, in quanto suolo di proprietà dello Stato, non potevano essere vendute o affittate a privati ma soltanto date in concessione. Quindi il pagamento di qualche migliaia di euro per l’uso esclusivo di un bene era una concessione, non una vendita, perché la vendita è un pagamento di denaro per l’uso esclusivo di un bene.
“Aspetta un attimo” - Pensò il funzionario della Regione Toscana, una regione con 633 km di coste di cui il 51,7% di costa sabbiosa occupato da stabilimenti balneari- “Ma se io concedo per poche migliaia di euro l’anno per 15 anni l’uso esclusivo di un area pubblica a un privato che ha la possibilità di erogare servizi a pagamento per gli altri soggetti non è che di fatto la sto affittando a canoni fuori mercato privando i cittadini di una loro proprietà?”
“Sì” si rispose il funzionario, e da quel momento intraprese una battaglia con la burocrazia dello Stato.
Ne uscì dieci anni dopo con sei costole rotte, un trauma cranico, ulcere allo stomaco, epicondilite a entrambe le braccia, ano prolassato e coglioni sotto i ginocchi ma raggiunse l’obiettivo, quasi.
Dopo decenni, una parte consistente di suolo pubblico era diventata effettivamente pubblica. La parte ormai edificata rimase intatta, convertita esclusivamente a bar e ristorante. Venne vietato di piantare ombrelloni e lettini ma solo di noleggiarli su richiesta per collocarli dove c’era spazio. Vennero proibite (lo erano già, ma stavolta sul serio) le cordonature e i cancellini che impedivano l’accesso alla spiaggia e alla banchina. Le persone e le famiglie che andavano in spiaggia poterono farlo senza spendere prezzi da oligopolio e godendo di un servizio di qualità comparabile.
Purtroppo questa non è una storia a lieto fine per tutti. I titolari degli stabilimenti balneari, che guarda caso avevano tutti lo stesso cognome da circa 80 anni, furono molto arrabbiati e costituirono un comitato chiamato MENO (lavorare 2 MEsi all’anno, a NerO e senza concorrenza) al quale si iscrissero numerosi imprenditori di diversi settori.
Il giovane funzionario della Regione Toscana, mentre si trovava in ospedale dopo il delicato intervento chirurgico necessario a fargli tornare i coglioni a un’altezza consona, venne trovato morto nella sua camera. La causa della morte: intossicazione alimentare da Super Cremino Algida scaduto nel ‘79. L’indagine fu archiviata come suicidio.